Un ambiente inclusivo si costruisce partendo dal dialogo.
Nelle politiche di gestione della diversity in ambito aziendale ai fini dell’inclusione è fondamentale considerare i diversi aspetti con cui l’interazione ambientale e sociale può generare facilitazioni o rappresentare un ostacolo all’autonomia, alla partecipazione, alla sicurezza e, più in generale, al benessere delle persone coinvolte.
Lo Universal Design è lo strumento attraverso il quale osservare, leggere e analizzare le barriere e i facilitatori presenti in ambienti e procedure sia nelle situazioni ordinarie, sia nelle situazioni di emergenza.
L’ottemperanza ai requisiti minimi di legge, che si considera di per sé assolta, rappresenta solo un punto di partenza verso il percorso di realizzazione di ambienti inclusivi e sicuri.
Ambiente di lavoro non è sinonimo di “luogo” di lavoro.
L’ambiente di lavoro si esprime, infatti, in 5 dimensioni: alle tre dimensioni dello spazio si aggiungono le dimensioni del tempo e delle relazioni.
La progettazione inclusiva dell’ambiente di lavoro considera, dunque, ciascuna di queste dimensioni come ambito di intervento agendo, oltre che sugli spazi e sulle attrezzature, anche sui processi, sulle procedure e sull’empowerment delle persone attraverso la formazione e la partecipazione.
Questo approccio alla progettazione e all’adeguamento degli ambienti di lavoro si esprime attraverso i principi guida di Soluzioni Emergenti: equità, accessibilità, usabilità, comfort, sicurezza, inclusività e attrattività.